venerdì 10 dicembre 2010

Confucio "24"

Il vero signore è lento nel parlare e rapido nell'agire.

Allontanarsi dal mondo, restare sconosciuti e non avere rimpianti: a questo può arrivare solo l'uomo superiore.

Chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio.

Chi si modera, di rado si perde.

Chi parla senza modestia troverà difficile rendere buone le proprie parole.

L'uomo saggio mangia senza ingozzarsi e vive senza grandi comodità. Egli è diligente in ciò che fa, prudente in ciò che dice e si sforza di correggersi tenendo a modello coloro che possiedono la Via. Così è l'uomo mosso da un vero desiderio di istruzione.

Non temere di restare sconosciuto agli uomini, ma di non conoscerli.

L'uomo saggio non è un utensile destinato a un solo uso.

Riconoscere di sapere quando si sa e riconoscere di non sapere quando non si sa: ecco la vera conoscenza.


Negli affari del mondo, l'uomo saggio non ha un atteggiamento rigido di rifiuto o di accettazione. Il Giusto è la sua regola.

Non ti crucciare di non avere un posto; preoccupati piuttosto di rendertene capace. Non ti crucciare di non essere conosciuto; preoccupati piuttosto di rendertene degno.

Se incontri un uomo di valore, cerca di rassomigliargli. Se incontri un uomo mediocre, cerca i suoi difetti in te stesso.

Sii padrone di te stesso, e commetterai pochi errori.

Il saggio preferisce essere lento a parlare, ma pronto ad agire.

Conoscere la virtù senza coltivarla, accumulare conoscenze senza approfondirle, sentir parlare del Giusto senza praticarlo, vedere i propri difetti senza correggerli: ecco ciò che mi preoccupa.

È nel momento più freddo dell'anno che il pino e il cipresso, ultimi a perdere le foglie, rivelano la loro tenacia.

Vivere nella povertà senza nessun risentimento, ecco ciò che è difficile; al confronto, essere ricchi senza arroganza non costa niente.

Il saggio si vergogna di vedere le proprie parole eccedere le proprie azioni.

Non ti rammaricare di vedere ignorate le tue capacità, ma di non averne abbastanza.

Esigere molto da sé e poco dagli altri: ecco un mezzo per evitare ogni ostilità.

Il saggio esige il massimo da sé, l'uomo da poco si attende tutto dagli altri.

Commettere un errore e non correggersi: ecco il vero errore.

Il saggio è puro, ma non puritano; retto, ma non rigido.

Due sole categorie sfuggono a ogni cambiamento: i più saggi e i più stupidi.